Veragouth e Xilema è la definizione attuale di un’azienda protagonista in Ticino da quasi un secolo nel settore della falegnameria e carpenteria edile.
9.4.25
Specialista della protezione antincendio GGQ2
Marius Pabst è la figura di riferimento in azienda
9.4.25
Swissnex Window #5: Synthetic Interactions. Swiss Design meets AI and robotics
Mostra in occasione di Osaka EXPO 2025, 10 Aprile–6 Maggio
9.5.24
Hawa: abita il tuo sogno
6'358 m2 di parco, 1'785 m2 di bosco, 2 architetture, 15 appartamenti
12.10.23
Palestre a Gordola e Bellinzona
I grandi esoscheletri in legno come paradigma di flessibilità
8.9.22
Come funziona il nostro ufficio tecnico
Dal disegno all’opera finita di qualità. Nel mezzo, il sapere di chi ha l’esperienza diretta del legno.
30.9.21
Il team Veragouth e Xilema
25 professionisti tra ingegneri, architetti, progettisti e disegnatori, 4 direttori di settore e oltre 70 operai specializzati.
10.1.21
Veragouth e Xilema partner industriale in progetti di ricerca
Una responsabilità per il futuro
9.4.25
Di Riccardo Blumer
Che differenza c’è tra un falegname e uno scriba egizio di 5000 anni fa? Credo che i falegnami fossero più avanzati; alcuni strumenti ritrovati nei loro “archivi da viaggio” (ovvero le tombe) erano già molto simili ai nostri, sia funzionalmente che esteticamente, ad esclusione di alcune leghe metalliche che allora non erano così sviluppate. La sega, la sgorbia, il punteruolo, il martello, ovvero tutta l’attrezzatura per lavorare il legno, esisteva già. Lo scriba invece, a parte la questione del sistema alfabetico, che non esisteva ancora e la cui portata è paragonabile credo solo all’invenzione della parola, doveva sbrigarsi con dei lunghissimi rotoli di carta ottenuta dalla pianta del papiro che aveva uno svolgimento in un’unica direzione, ovvero sempre in avanti. Voler riprendere, correggere, aggiungere, modificare una parte era complesso come dover rifare tutto.
Lo stesso valeva per la lettura perché lo scorrimento del papiro era evidentemente lentissimo e volerlo scorrere o sfogliare nelle due direzioni, anche saltando delle parti come si fa con i libri, era impossibile. Di fatto ci troviamo di fronte a un’invenzione che, come tutte le più grandi della storia, impone alla società un cambio culturale, ovvero una potente diversa relazione con l’invenzione del mondo che ognuno è costretto a fare. Ecco perché un libro inteso come macchina o come strumento, non solo della trasmissione di conoscenze ma della loro stessa produzione, ha un impatto per la sua trasportabilità, per la sua protezione all’interno di copertine, per la sua tecnica di rilegatura e composizione o scomposizione delle pagine secondo la sequenza, secondo un sistema sequenziale alternato e numerato forse solo paragonabile alle grandi scritture teatrali o musicali. Ha un impatto devastante.
Ora la domanda è se possiamo paragonare un’invenzione di tale portata a quella, ad esempio, della sega da taglio. È inimmaginabile che sia stata inventata per imitazione dell’unico strumento da taglio del nostro corpo, ovvero i denti. I denti non tagliano, i denti strappano. Questo movimento di asportazione tramite levigatura alternata nelle due direzioni non è neanche paragonabile alla punta di selce. Forse la sua origine è nell’invenzione della lama. Come per il libro rispetto al papiro, tra una lama a filo continuo e quella a denti alternati è cambiato un mondo intero ed è inutile il pensiero secondo cui il libro ha un valore maggiore di una sega da legno.
La trasformazione del mondo, ovvero la sua creazione, è “incarnata” come non mai, soprattutto oggi nel periodo della digitalizzazione estrema. Tagliare un legno, come fare un libro, è un progetto inscindibile dalla nostra condizione fisica di “corpo”. Non c’è scrittura senza mano che sostiene la penna, non c’è mobile di legno senza una lama a denti alternati che ne ha preparato le parti. Entrambe queste azioni e la mente che le guida fanno parte di un unico sistema, ovvero il corpo che, se non lavora in unità, si spezza. Per questo affermiamo che la mano e le sue “dita” salveranno il mondo.
1-La mano e le sue “dita” salveranno il mondo
2-La mano e le sue “dita” salveranno il mondo
Crediti:
Foto: Simone Cavadini